martedì 8 marzo 2016

SALVO BONFIRRARO, A Bruxelles Vincenzo Fontana rilegge il capolavoro senza tempo dell’intellettuale inglese Thomas Paine

Diritti e libertà nel nuovo libro “Critica a Rights of man di Thomas Paine”
BRUXELLES – Approda nel cuore dell’Europa, il saggio di Vincenzo Fontana “Critica a Rights of Man di Thomas Paine”, appena pubblicato da Bonfirraro, che verrà presentato il prossimo 4 marzo all’Enò Atelier di Rue De Dublin a Bruxelles.

Mai attuale quanto adesso, il pamphlet rimette in discussione le tesi argomentate nel classico Rights of Man di Paine (1791-92) - politico inglese, grande intellettuale e filosofo idealista - facendone emergere la straordinaria attualità del pensiero, indispensabile in un momento storico in cui ritorna prepotente al centro del dibattito politico internazionale il tema dei diritti umani, con migliaia di profughi in marcia, muri da erigere e venti di guerra che lambiscono i confini d’Europa, costretta a ripensare se stessa. «Si tratta di costruire un modello di società in cui le libertà e diritti dell’uomo, individuali e sociali, siano tutti realizzati» afferma Fontana, dirigente scolastico della provincia di Agrigento, che concepisce il suo scritto a partire dalla rielaborazione della sua tesi di laurea discussa circa 40 anni fa, è un’analisi e riflessione puntuale sui diritti inviolabili dell’individuo.
Nella città in cui ha sede la Commissione Europea, l’autore sarà accompagnato dall’editore Salvo Bonfirraro, il critico Salvatore Vaiana ed Eleonora Medda del Patronato Inca CGIL, con la moderazione del giornalista Filippo Giuffrida.
Si constata infatti che Paine ha ancora un preciso valore e spazio all’interno della complessa questione sui diritti umani, con le sue riflessioni sul ritorno al soggetto – uomo, in una società caratterizzata sempre più dalla prepotenza di pochissime multinazionali, con il monopolio assoluto sui mercati, e dalla finanza, smodata e incontrollata, che contiene al suo interno tantissime sofferenze.
La “Critica” viene pubblicata in occasione di un’importante ricorrenza storica, ovvero il 240° anniversario della Declaration of Indipendence - 1776 degli Stati Uniti, cui Paine stesso ha contribuito personalmente combattendo a fianco di George Washington. Un serbatoio di idee e di nuove correnti rivoluzionarie che, una volta trasferitosi in Francia, si riversarono, appunto, in “Rights of Man”, dove viene dichiarata per la prima volta la non superiorità dei nobili rispetto alla gente comune, perché ogni uomo ha dei diritti naturali che non sono basati sulla ricchezza o sulla nascita.
Fontana contestualizza il lavoro dell’inglese all’interno della sua opera omnia, con riferimenti particolari a Common Sense (1776) e Agrarian Justice (1796). Esso è svolto in un confronto critico serrato con le opere più note su Paine, opere in lingua straniera di autori come Best, Conor O’ Brien, Cole, Collins, Dos Passos, Foner, Kramnick, Roger, Williamson, Woodward, e in lingua italiana di autori come Vittorio Gabrieli e Tito Magri. In particolare quest’ultimo studioso è utilizzato dall’autore per la sua analisi della teoria painiana dei diritti dell’uomo alla luce di alcune categorie interpretative marxiane.
Il professore Salvatore Vaiana, storico autore della stessa casa editrice che firma un saggio acuto e ragionato arricchendo così il testo, evidenzia come il nuovo libro sia “un lavoro con aspetti filosofico-giuridici quando avanza una critica marxista al giusnaturalismo painiano. Fontana, infatti, rileva «due filoni principali di analisi e di interpretazione» di Rights of Man: il primo, «liberale e radicale», considera l’autore «un precursore della democrazia moderna» e un teorico del «giusnaturalismo moderno», secondo cui «i diritti della Dichiarazione [del 1789] (libertà, proprietà, uguaglianza) spettano all’individuo indipendentemente da qualsiasi rapporto sociale»; il secondo, ritenuto «più completo», analizza l’opera alla luce del pensiero di Marx e ha, come scrive Magri, «di mira il giusnaturalismo (e il liberalismo)», ma «solo in quanto si configura come particolare sistema storico di potere». Sono due filoni di pensiero che si proietteranno nella stesura della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948”.

Nessun commento:

Posta un commento